Serie TV che non hanno funzionato dopo la prima stagione

Come tutti sappiamo, ciò che conta nella realizzazione di una buona serie TV è l’affiliazione, ed essa si costruisce creando storie avvincenti che possano durare nel tempo e nel corso delle stagioni, in modo da far appassionare e da far familiarizzare il pubblico con la trama e i personaggi.

Ma spesso ciò non accade, la narrazione seriale è un’alchimia di scrittura, cast e storytelling che non sempre ha una buona riuscita nel tempo. E gli esempi sono molti. Ecco perché è stata proposta una lista – non una classifica – di serie TV che si sono perse dopo la prima stagione.

1. The Following

La prima stagione di The Following rappresenta il perfetto mix tra il genere thriller e il poliziesco, il tutto condito con dei colpi di scena perfetti e un’idea di base originale.
Peccato che questo equilibrio perfetto si sia rotto con la seconda e la terza stagione, durante le quali si è testimoni di una forzatura nello storytelling: dalle “resurrezioni” di personaggi senza una vera plausibilità alle sparatorie e agli incontri forzati tra personaggi. The Following aveva tutte le carte in regola per diventare una grande serie, ma non ha saputo mantenere vivi i suoi punti di forza.

2. 13 Reasons Why

La prima stagione di 13 Reasons Why fu un fenomeno che si diffuse rapidamente tra tutti gli appassionati di serie TV, diventando la moda del momento, grazie anche alle astute operazioni di marketing di Netflix, che ha prodotto la serie.
La serie è basata sul romanzo di Jay Asher, 13, e segue le vicende successive al suicidio di Hannah Baker, che ha registrato su 13 cassette i motivi che l’hanno spinta a togliersi la vita. La prima stagione ha ricevuto il plauso di tutti, perché ha introdotto tematiche come il bullismo, la violenza sessuale e domestica, l’omosessualità.
Peccato che Netflix non si sia fermata alla prima stagione, perché nelle seguenti 13 Reasons Why non ha saputo mantenere la qualità del racconto.

3.My name is Earl

Commedia prodotta dalla Fox:

«Avete presente quel tipo di soggetto che fa una bastardata dopo l’altra e a un certo punto si meraviglia che la sua vita fa schifo? Bene, quello ero io! Ogni volta che mi capitava qualcosa di buono, qualcosa di cattivo era in agguato dietro l’angolo: è il Karma! Ecco perché ho deciso di cambiare: ho fatto una lista di tutte le mie cattive azioni e da allora cerco di rimediare agli errori che ho commesso. Mi sto solo sforzando di essere una persona migliore. Il mio nome? Earl!».

Questo è il monologo introduttivo di ogni episodio della serie, e riassume in breve la trama.
Il punto di forza di My name is Earl è che parla del rimorso senza scadere nel melodrammatico. Peccato che sia stata cancellata alla quarta stagione, e le ragioni sono da ricercare nel peggioramento della qualità subito dopo la prima stagione.

4. Jessica Jones

Altra serie Netflix che al momento della sua uscita era sulla bocca di tutti, diventando il fenomeno del momento. Nonostante si trattasse di un personaggio minore all’interno dell’universo Marvel, la prima stagione della serie funzionava molto bene. Jessica Jones, non era soltanto un’eroina, ma mostrava il suo lato più fragile ed umano, e all’interno del contesto Marvel – soprattutto quello seriale – è stata uno dei primi personaggi ad essere caratterizzato in questo modo. Purtroppo, alcune scelte narrative sbagliate hanno portato non solo al decadimento della serie già dopo la prima stagione, ma alla sua cancellazione dopo la terza.

Credit: Hall of series

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