Dopo mesi di lockdown e chiusure di musei, quest’anno la capitale d’Italia sembra voler proporre un’offerta artistica che non si affida soltanto alla sua identità classicista, ma diventa simbolo di intraprendenza con una grandissima offerta espositiva di arte contemporanea.
«I musei sono le chiese dei laici, è stato un errore aspettare così tanto a riaprirli».
È quanto afferma Paola Ugolini, co-curatrice con Lara Conte e Cecilia Canziani dell’importante mostra collettiva Io Dico Io alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, affiancata dal progetto di digitalizzazione dei contenuti Women Up di Google Arts & Culture. La mostra era stata posticipata al 27 marzo 2021, per concludersi lo scorso 5 giugno.
Infatti, nell’ultimo DPCM firmato dal governo Draghi, la scelta di aprire nel weekend era stata lasciata alla discrezione dei direttori di museo, e la Galleria Nazionale come molte altre istituzioni non ha osato aprire senza il necessario supporto politico, nonostante 5.700 metri quadri di spazi espositivi. «I musei erano pronti, ma sono stati abbandonati, e per mesi gli italiani potevano fare shopping ma non visitare in tutta sicurezza una mostra», continua Paola Ugolini.
Adesso, nel fermento dell’estate, Roma è diventata il palcoscenico dell’arte contemporanea.
Al MAXXI vi sono numerose esposizioni: dalla retrospettiva dedicata all’architetto Aldo Rossi, alla mostra collettiva Più grande di me, una rassegna espositiva di più di 50 artisti dell’ex Jugoslavia. A partire dal 1 ottobre 2021 verrà inaugurata la mostra Amazônia di Sebastião Salgado, che racconta il viaggio del fotografo in Amazzonia accompagnato da un paesaggio sonoro a cura di Jean-Michel Jarre.

Il MACRO, sotto la nuova direzione di Luca Lo Pinto, ha puntato tutto sul digitale durante i mesi di chiusura, ottenendo più di 20.000 visite mensili sul sito internet. Adesso Lo Pinto sta puntando ad un nuovo progetto: «dal 10 giugno al 15 luglio apriremo progressivamente le nuove mostre, tutte gratuite su prenotazione (50 visitatori / ora), e daremo avvio a un calendario di iniziative, tra conferenze, screening e concerti, per i quali useremo gli spazi esterni del museo».
Nel frattempo, a Galleria Borghese è in corso la controversa mostra di Damien Hirst Archaeology Now, a cura di Anna Coliva e Mario Codognato: oltre 80 opere dalla serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable sono esposte in tutte le sale del museo affiancando i capolavori antichi e comprendono sculture sia monumentali che di piccole dimensioni, realizzate in materiali come bronzo, marmo di Carrara e malachite. Anche i dipinti di Hirst Colour Space, in Italia per la prima volta, sono allestiti all’interno della collezione permanente, mentre la sua scultura colossale, Hydra and Kali, è nello spazio esterno del Giardino Segreto dell’Uccelliera.

Anche i privati sono in fermento, e si stanno muovendo verso una ripartenza. La Fondazione Nicola Del Roscio ha inaugurato la mostra di Nico Vascellari, che ripercorre il ventennio creativo dell’artista.

Credit: Linkiesta; Il Sole 24 Ore
Chiara Volponi