Dopo i successi di Golgota souvenir e Zombie Night, Alessandro Pedretta torna a stupire i lettori con un’opera unica, cruda e di forte attualità. Stiamo parlando di Livello 49,un romanzo distopico dalle tinte weird, pubblicato da Independent Legions Publishing e ormai destinato a diventare un libro di assoluto culto.
Livello 49 non è certo un’opera per tutti, ma una di quelle che tutti dovrebbero leggere.
Sin dalle primissime pagine risulta assai chiara la posizione critica dell’autore nei confronti di una società sempre più asservita al profitto e a una pericolosa politica incentrata su uno sterile utilitarismo. Retaggi di strutture sociali fisse, organizzazioni piramidali disumanizzanti e molto altro ancora servono da sfondo a un intreccio cupo e malsano da cui è impossibile distrarsi. Avanzando nella narrazione, il lettore è infatti spinto a scavare più in profondità nei temi affrontati, sino a lasciarsi progressivamente conquistare dall’influsso di filosofie di contro-cultura, da una certa letteratura underground, ma anche da correnti artistiche come la beat generation, e dai suoi esponenti letterari, su tutti quel Burroughs cui Pedretta sembra qui rendere omaggio.

Al pari di maestri del calibro di Orwell e Huxley, l’autore milanese indaga il presente per tracciare un’inquietante previsione sociale. Un futuro all’insegna della disperazione e della diseguaglianza, dominato da spietate multinazionali disposte a tutto pur di soggiogare l’umanità. Ed è proprio la fabbrica, intesa come aberrante fucina degli orrori, il centro nevralgico della narrazione. Il cuore marcio di una realtà alienante che Pedretta sviscera dall’interno per trasformare con destrezza in una sublime allegoria del quotidiano e delle logore dinamiche lavorative che contraddistinguono il nostro tempo.
Non lasciatavi però sviare da scomodi paragoni o da contaminazioni di genere, Livello 49 è un romanzo originale, come non se ne vedevano da tempo. Complice una prosa particolarmente ispirata e una narrazione davvero incalzante, l’autore trascina i lettori in un vertiginoso incubo senza fine. Follia, burocratismo, depravazione, schiavitù, corruzione, fanatismo e disumana reiterazione sono solo alcuni degli ingredienti che rendono unico l’impasto weird di questa straordinaria gemma editoriale.
A completare il tutto, una veste grafica di assoluto pregio per un’edizione a tiratura limitata curata nei minimi dettagli.
L’illustrazione di copertina è firmata dal Premio World Fantasy Award (Best Artist) Vincent Chong.
Livello 49 appartiene alla collana Necros ed è disponibile in una curatissima Edizione Collection a tiratura limitata (299 copie) al prezzo di 14,90 €
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Sinossi
Moloch2: città apocalittica, coagulo di vicoli postribolari abitati da assassini, puttane ricondizionate, cannibali, mutanti prodotti dalle esplosioni radioattive della Guerra delle Multinazionali, scannerizzatori dell’amigdala, Sacerdoti della Ghiandola Pineale.
Loschi affari vertono sulla psico-pubblicità, sulle depravazioni indotte, su osceni spettacoli all’interno dei locali nei budelli della città, sugli appetiti malsani verso sempre nuove deformità.
Arroccate sulle colline che circondano la città svettano cupe le Fabbriche: l’inferno produttivo H24 dell’oscura e perversa famiglia DeVeer.
Nella produzione senza sosta di oggetti indecifrabili, tra burocrati enigmatici, atroci rituali di amputazione lungo catene di montaggio senza fine, la somministrazione di droghe per massimizzare ogni sforzo, ogni operaio è addestrato a seguire i propri compiti con devoto servilismo e ossessiva determinatezza. Sempre meglio che finire sbudellato o violentato nei QuartieriUno, gli Intestini Luccicanti.
Il Livello49: ecco lo stadio che ogni operaio e neo-schiavo delle Industrie agogna a raggiungere. La tanto ambita Promozione che potrà renderlo indissolubilmente legato alla Fabbrica e ai DeVeer, per sempre.
Breve estratto:
Oscar porge una mano a Paula. Lei allunga una delle sue braccia diafane, che si sporge dal pizzo del vestito come la lingua albina e porosa di un formichiere, e con le dita tocca quelle di lui.
Si alza, e l’afrore acido dell’umidità del suo corpo viene spinto da una folata di vento verso le narici di Oscar. Lui aspira con forza e voluttà. Tasta coi polpastrelli della mano destra la natica di quel culo facciale sapendo di non poterne fare a meno. Lo vuole subito, adesso, ha rimandato per troppo tempo.
Gli occhietti cisposi della donna, imprigionati in quel surreale culo, sembra vogliano supplicare qualcosa brillando di un oscuro riflesso ambrato. La bocca, ostrica al tungsteno in filamenti rettali, si piega in una contorta spirale di mucosa.
Oscar non può sapere cosa sta pensando Paula, cosa le stia passando in quella testa assoggettata a quel corpo assurdo. Ma in fondo non gli interessa. Per niente.
Le poggia la mano sulla nuca facendo pressione, accompagnando il capo verso il suo inguine che pulsa.
E come un prete che guida l’eucarestia – la prelibata carne di Dio sulla lingua del fedele – conduce quella bocca, quell’ano divino e mutato, verso il suo cazzo imprigionato dal neopreme.
«Fammi togliere questa muta. Tu stai ferma. Non muoverti».
Biografia
Alessandro Pedretta nasce nel 1975 e cresce nella periferia milanese. Operaio, poeta e narratore, è l’ideatore e tra i fondatori della rivista web di cultura estrema, ora associazione culturale, La nuova carne. Tra le sue ultime pubblicazioni: Golgota souvenir (Industria Tipografica novocarnista, 2020), la raccolta di racconti Weirdlands (Weird Book, 2020), Zombie Night (Delos Digital, 2021).
Niccolò Ratto