Il mondo dei social network analizzato tramite lente di ingrandimento. Un mondo costruito a nostra immagine e somiglianza dentro la quale viviamo ogni giorno decidendo chi o cosa essere, per noi stessi e per gli altri.
“O ἄνθρωπος φύσει πολιτικoν ζῷον” (traslitterato: O anthropos physei politikon zoòn) ovvero: “l’uomo è un animale sociale”, affermò Aristotele secoli fa nella sua opera La Politica (in greco Τὰ πολιτιϰά). Ognuno di noi non può fare a meno di aggregarsi e creare una comunità dentro la quale sentirsi a proprio agio, creare dialogo e confronto. Chi ne resta fuori è un animale solitario in difficoltà nel mettere in gioco il lògos e la ragione. Oggi la comunità entro cui tutti viviamo, volenti o nolenti, è il social network in tutte le sue più varie forme (Facebook, Instagram e Twitter per citare i più in voga) ed ognuno di noi, nel tempo, va a crearsi dei nodi in rete che corrispondono ad esigenze personali e sociali. La creazione di una network society è davvero lo specchio fedele della nostra vita reale?

Il saggio Psicologia dei social network di Federica Vitale edito da Tangram Edizioni Scientifiche cerca di rispondere a questa domanda. L’autrice analizza gli atteggiamenti che le persone hanno sulle piattaforme social, tenendo presente chi siamo e vogliamo essere online rispetto alla nostra vita reale di ogni giorno. Il bombardamento mediatico che costantemente subiamo consolida vecchi stereotipi, ma ne crea anche di nuovi a causa di un flusso incontrollato di informazioni, immagini e video di ogni genere e forma. E così il social network si trasforma in un divano da psicologo dove, inconsapevolmente, riversiamo il nostro io più profondo e nascosto.

La pandemia globale ancora in corso provocata dal virus Covid-19 ha ulteriormente accelerato questi mutamenti sociali trovando in internet un nuovo modo di condividere stati d’animo ed emozioni, siano esse positive o negative, facendo sì che l’isolamento fosse solo fisico e non interiore. Assistiamo così al beneficio che il social network può dare alla comunità, tuttavia il confine è sottile e partecipare attivamente con il proprio profilo social a gruppi, pagine ed interagendo con like e cuoricini porta in un attimo a constatare gli aspetti peggiori della società di cui siamo abitanti. Viene da chiedersi quanto la nostra vita online differisca da quella reale, quanto il nostro alter ego virtuale ci somigli o se invece è frutto di una nostra creazione nata come sfogo ad una vita reale da cui tentiamo di fuggire. Riflessioni che il saggio di Federica Vitale riesce a suscitare grazie ad uno sguardo panoramico della situazione, ma dettagliato ed attuale al mondo dei social network, ormai una seconda casa per tutti e per alcuni, probabilmente, la prima.
Tiziana Panettieri