di Annalea Vallesi
Rilke è uno scrittore che nella sua carriera ha spaziato in vari generi letterari: è stato un poeta ma anche drammaturgo. È considerato uno dei più importanti poeti di lingua tedesca del XX secolo. Autore di opere sia in prosa che in poesia, è famoso soprattutto per le Elegie duinesi (iniziate durante un soggiorno a Duino), i Sonetti a Orfeo e I quaderni di Malte Laurids Brigge.
Rainer Maria Rilke nasce a Praga il giorno 4 dicembre 1875. Appartenente alla classe borghese cattolica di Praga, Rilke trascorre un’infanzia e un’adolescenza piuttosto infelici. I genitori si separano nel 1884 quando lui ha solo nove anni; tra gli undici e i sedici anni viene obbligato dal padre a frequentare l’accademia militare, che aspira per lui una prestigiosa carriera militare. Piccolo funzionario asburgico, il padre aveva fallito nella carriera militare: a causa di questa sorta di compensazione voluta dal genitore René vivrà momenti molto duri.
Abbandonata la scuola si iscrive all’università della sua città; continua poi gli studi in Germania, prima a Monaco di Baviera poi a Berlino. Sarà comunque Praga a fornire l’ispirazione per le sue prime poesie.
Nel 1897 conosce Lou Andreas-Salomè, donna amata da Nietzsche, che sarà anche amica fedele e stimata di Freud: sarà lei a chiamarlo Rainer sostituendolo al nome originario René, creando così un’assonanza con l’aggettivo tedesco rein (puro).
Rilke si unisce in matrimonio nel 1901 con la scultrice Clara Westhoff, allieva di Auguste Rodin: poco dopo la nascita della figlia Ruth si separano.
Compie un viaggio in Russia e rimane colpito dall’immensità di quella terra; conosce l’ormai anziano Tolstoj e il padre di Boris Pasternak nonché la poetessa Marina I. Cvetaeva. Dall’esperienza russa, nel 1904 pubblica le “Storie del buon Dio”. Quest’ultima opera è si caratterizzata da un garbato umorismo, ma in fondo sottolineano anche il suo interesse verso il tema teologico.
Compie poi un viaggio a Parigi dove collabora con Rodin; viene colpito dalle avanguardie artistiche e dal fermento culturale della città. Pubblica nel 1910 i “Quaderni di Malte Laurids Brigge” (1910), scritti in una prosa nuova e originale. Del 1923 sono le “Elegie duinesi” e i “Sonetti a Orfeo” (scritti a Muzot, in Svizzera, in meno di tre settimane). Queste ultimi due lavori nel loro insieme costituiscono l’opera di poesia più complessa e problematica del XX secolo.
Avverte i primi sintomi della leucemia nel 1923: Rainer Maria Rilke muore il giorno 29 dicembre 1926 a Valmont (Montreux). Oggi è considerato uno dei più importanti poeti di lingua tedesca del XX secolo.
Ho comprato tempo fa una piccola raccolta delle più belle poesie d’amore di Rainer Maria Rilke, della bellissima e curatissima edizione “Passigli -poesia” con testo in lingua tedesca a fronte.
Nella lettera ad un giovane poeta del 1903, nella quale rispondeva ad un ammiratore che scriveva anche lui poesie e gli aveva spedito alcune di esse per chiedergli un parere, Rilke rispondeva, senza ombra di esitazione: “Non scriva poesie d’amore”. Lo stesso monito che avrebbe rivolto a se’ stesso.
In questa raccolta, infatti, vi sono liriche di grande eleganza e profondità e molte di queste sono dedicate all’amante Lou Salomè ma non furono mai pubblicate da Rilke in vita. Ciò non solo nel periodo in cui era sposato ma anche dopo, dopo cioè la separazione dalla moglie, proprio perchè il poeta avvertiva il limite di una ispirazione proveniente dalle proprie esperienze personali. Meritavano comunque di venire alla luce per la loro straordinaria bellezza e alla loro lettura capirete anche voi.
Di seguito ritrascrivo alcuni dei versi da me preferiti:
“Cammino alle tue spalle, come un convalescente
ancora debole dalla sua cella buia: nella luce,
dal chiarore dei suoi palmi un gelsomino
gli fa un cenno. L’aria che egli inspira lo solleva
oltre la soglia, avanza brancolando: l’immensa
primavera sospinge su di lui onda dopo onda.
Cammino alle tue spalle e in te confido,
Intuisco il tuo profilo attraversare
la radura dinanzi alle mie mani tese.
Cammino alle tue spalle come bimbi spaventati
da vertigini febbrili verso donne luminose
capaci di calmarli, di comprendere l’angoscia.
Cammino alle tue spalle. E non chiedo dove
Il tuo cuore mi conduce. Ti seguo e come i fiori
Sento l’orlo radente della tua veste…
Cammino alle tue spalle anche attraverso l’estrema
porta, ti seguo anche oltre l’ultimo dei sogni…”
(1897)
E ancora:
“Vorrei donarti un amore
che ci renda confidenti:
un pensiero dal mio giorno
dalla mia notte un sogno.
E’ come se ci trovassimo beati e tu
gioiello dentro un palmo che si schiude
liberassi dalle mie mani stanche
la tenerezza mai bramata”.
(1897)